Market Profile e Analisi dei Volumi
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MARK VICTOR HANSEN Click To Tweet
Ciao Trader,
Ti è mai capitato di entrare a mercato e notare come il prezzo, allegramente, ti sia andato immediatamente contro?
A me si, più di una volta, il mio ordine buy ha disegnato una bellissima resistenza, da dove il prezzo ha reagito per andare nella direzione opposta alla mia analisi.
Allo stesso modo mi è capitato di inserire un ordine sell e vedere come questo livello disegnava un magnifico supporto 🙂
Come mai?
Forse il prezzo aspettava me, per partire nella direzione contraria ai miei ordini?
Spero di no, fatto sta che quando iniziai a sentire parlare di volumi, aree di scambio, POC…ecc mi si aprii un mondo!
La prima volta che vidi una schermata raffigurante i Volume Profile, gli scambiai per una sorta di mappa delle temperature.
Pensai:
“cos’è sta roba? Le previsioni del tempo?”
Sono passati un po’ di anni da quella volta e il monitor dove li vidi era quello di Marco Ciucci …
Vediamo di cosa si tratta.
Prima di parlare di Volume Profile, voglio partire dalla definizione di Market Profile.
Il Market Profile è una rappresentazione grafica dei prezzi basata sul tempo.
I prezzi vengono rappresentati in una distribuzione simile alla “curva normale” o “gaussiana”.
Questa rappresentazione è stata sviluppata da un trader privato di nome J.Peter Steidlmayer, negli anni 80, in collaborazione con il CBOT di Chicago, del quale divenne poi direttore.
La sua costruzione è molto semplice.
Prendiamo in esame tutti i prezzi che vengono battuti, e gli assegniamo una lettera diversa ogni mezz’ora.
Quindi, partendo dalla lettera A, per ogni prezzo battuto assegneremo per tutta la prima mezzora una “A” a tutti i livelli di prezzo.
Se il prezzo, viene battuto più di una volta nella mezz’ora successiva, la lettera va scritta a fianco della precedente.
Scaduta la prima mezzora, si passa alla lettera B, indicheremo con una B tutti i prezzi battuti nella seconda mezz’ora, e cosi via.
Anche in questo caso, se il prezzo battuto durante la seconda mezz’ora risultasse essere un prezzo già battuto, scriverò la lettera B a fianco delle A già presenti.
Otterrò così un istogramma orizzontale con tanti mattoncini di lettere che prendono il nome di TPO (Time Price Opportunity).
Il Market Profile viene rappresentato in tanti modi differenti in base alle varie piattaforme di trading presenti in commercio.
Diamo una rappresentazione standard anche se questi elementi possono variare graficamente da piattaforma a piattaforma.
Prendiamo come esempio la raffigurazione 1
Partiamo dalle linee verticali:
La linea blu evidenzia i prezzi battuti nella prima ora di contrattazione dopo l’apertura di quel mercato.
In pratica sono tutti i mattoncini A e B
Quest’area determinata nella prima ora si chiama Initial Balance mentre la prima mezzora si chiama primary range.
La zona che comprende la maggior parte dei prezzi battuti, precisamente il 70%, parametro comunque modificabile a piacere nelle piattaforme, si chiama Value Area, ed è identificata, nella figura, dalla linea verticale rossa.
I triangolini identificano l’Open (Verde) il Close (Blu) e il POC (Rosso)
Il POC (Point Of Control) rappresenta la maggior concentrazione di mattoncini TPO.
Il POC quindi è il livello di prezzo che è stato maggiormente battuto nel tempo, cioè dove sono avvenuti il maggior numero di scambi.
Partendo dall’idea che le zone di prezzo, maggiormente toccate nel tempo sono le zone più importanti, possiamo dedurre che queste zone siano quelle che hanno attirato la maggior parte di contratti e di conseguenza di Volumi.
Altre due piccole info prima di proseguire.
Due TPO collocati al massimo o al minimo del Market Profile, se non hanno altri TPO dopo di loro, si definiscono gli estremi.
Ogni raggruppamento di almeno due TPO sopra o sotto l’Initial Balance si chiamano estensioni.
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A cosa serve questo Market Profile?
Ok, ora che abbiamo capito come si legge, vediamo di capire come utilizzarlo.
Il Market Profile da solo non è uno strumento sufficiente per suggerire un ingresso a mercato.
Tuttavia è uno strumento di supporto decisionale, dalla sua analisi è intuibile se un movimento di accelerazione rialzista o ribassista possa esser considerato come un movimento “sano” o una semplice “finta attira polli”.
Ci sono infatti, un paio di informazioni da tenere presente, ad esempio la forma della campana che si sta formando durante la giornata, se bilanciata o se sbilanciata verso la parte alta o bassa del grafico, oltre a verificare dove si trovano i POC dei giorni precedenti e le relative aree del valore rispetto a quello attuale.
Per meglio comprendere queste dinamiche, permettimi di introdurre il fratello gemello del Market Profile, il Volume Profile, che poi è quello che utilizzo io nelle mie analisi.
Il Volume Profile è molto simile graficamente ma concettualmente diverso.
Una delle differenze sostanziali è che al posto dei prezzi battuti per unità di tempo, questo istogramma verticale rappresenta i Volumi registrati per singolo livello di prezzo.
Nel volume profile il picco di volumi PVP (Peak Volume Performance) viene chiamato erroneamente POC.
Questo è concettualmente sbagliato, in quanto per comprendere la differenza tra POC del Market Profile e PVP del Volume Profile bisognerebbe partire dai concetti di MEDIA e MODA in ambito matematico statistico.
Accertato che la definizione “commerciale” di POC non è corretta, anche io, in questa trattazione lo chiamerò così, pur sottolineando che si tratta di picco di volumi e non di POC.
Proseguiamo…
Io solitamente utilizzo il Volume Profile nelle mie analisi quotidiane intraday, esso indica la distribuzione dei volumi, evidenziando le aree a maggior concentrazione di volumi posso intuire se il prezzo è sostenuto o meno nel movimento.
Quando i volumi non seguono il movimento del prezzo, quest’ultimo potrebbe esser un movimento “falso”, non direzionale e di breve termine, insomma una trappola.
Nel Volume Profile, il POC ha una funzione molto importante.
Può fungere da supporto o da resistenza al movimento dei prezzi.
In combinazione con altri setup grafici, fornisce un ulteriore conferma decisionale.
Infatti, non è consigliabile aprire, ad esempio una posizione buy, se il prezzo dovesse trovarsi sotto e in prossimità del livello di prezzo identificato dal POC, a maggior ragione se notiamo che questo livello ha già respinto il prezzo durante la giornata.
Viceversa in caso di operazione sell, è meglio trovarsi al di sotto del POC, magari per un pullback su di esso dopo la rottura oppure molto al di sopra, utilizzandolo eventualmente come target di richiamo per ingressi detti di espansione e ritorno.
Un’altra informazione interessante la possiamo evincere già dai primi minuti di apertura.
Se l’apertura odierna, del contratto in esame, dovesse trovarsi all’interno della Value Area del giorno precedente, con una certa probabilità, la giornata di contrattazione si svolgerà in trading range (non direzionale).
Diversamente un open al di sopra o al di sotto, di quest’area, significherebbe con molta probabilità, lo sviluppo di una giornata direzionale.
Riprendendo il discorso del “movimento sostenuto dai volumi”, ti invito ad osservare cosa succede quando parte un trend di una certa entità.
Innanzitutto i volumi, iniziando ad entrare a mercato, tendono a distribuirsi nella stessa direzione del trend, formando spesso un nuovo POC che serve da rampa di lancio.
A questo punto, ipotizzando una salita del prezzo, si dovrebbe notare un trascinamento verso l’alto della Value Area e del POC.
Se ciò dovesse verificarsi, avremo un rafforzamento del trend in atto.
Diversamente, se ad un movimento, ad esempio rialzista, di tipo esplosivo del prezzo, non dovessimo visualizzare alcun cambiamento rilevante nel Volume Profile, dovremo porre molta attenzione nel decidere un eventuale ingresso long.
Questo perché potrebbe trattarsi di un espansione con immediato ritorno, volgarmente chiamata “fiammata” in quanto non sostenuto da una forza direzionale.
E’ meglio evitare l’esca che dibattersi nella trappola.
JOHN DRYDEN
In questi casi, trader esperti che operano in scalping, potrebbero approfittare di questa configurazione per entrare sell e puntare al POC come target.
Quest’ultima, però, è un’operatività che non mi sento di consigliare a chi non ha una certa esperienza su queste dinamiche.
Va comunque saputa riconoscere, per evitare di rimanere fregati e di comprare sul massimo relativo pensando di aver preso la partenza di un trend importante.
Bene, spero di averti fornito anche questa volta qualche informazione in più da aggiungere alla tua cassetta degli attrezzi.
In caso positivo, ti invito a condividere l’articolo sui social o aggiungere un semplice Like
P.S.
Il Volume Profile è uno degli ingredienti che Io e Sergio utilizziamo nella strategia Dax Dirty Drift e Dax Relax l’operatività che ci consente di portare ogni giorno a mercato tutti gli iscritti al nostro canale Telegram.

Tiziano è un trader indipendente.
Specializzato sul Dax e Nasdaq intraday.
2° Classificato al Live Trading Challenge di Marzo 2016.
Nel tempo libero è un surfer dilettante e un sognatore.